29.11.11

Токио _Кто я без тебя





Я иду навстречу солнцу
Я дышу порывом ветра
В голове одни вопросы
И ни одного ответа

Наконец всё изменилось
Разделилось до и после
Я ловлю себя на мысли
Кто я без тебя

Глоток дождя попал мне в горло
Я захлёбываюсь счастьем
Я живу, я плачу снова
Я как роза на песке в своей тоске
В твоей любви я раскрываюсь
Я вишу на волоске, я потеряюсь без тебя

Впереди темно и страшно
Я сильней своей тревоги
Я могу, я выну сердце
Чтобы осветить дороги

Я последний или первый
Я герой или убийца
Что скрывают мои лица
Кто я без тебя

Глоток дождя попал мне в горло
Я захлёбываюсь счастьем
Я живу, я плачу снова
Я как роза на песке в своей тоске
В твоей любви я раскрываюсь
Я вишу на волоске, я потеряюсь без тебя

Кто я без тебя...
Глоток дождя попал мне в горло
Я захлёбываюсь счастьем
Я живу, я плачу снова
Я как роза на песке в своей тоске
В твоей любви я раскрываюсь
Я вишу на волоске, я потеряюсь без тебя

7.8.11

articolo senza articolo.

Dopo quasi infinita ricerca di casa-fissa a Berlino, trovata quella giusta. In posto giusto e non ammobiliata, così finalmente posso arredare casa mia a modo mio. Prima di trasloco decido di comprare solo cose di prima necessità, come letto, frigorifero,... specchio. Sono decisa di arredarla piano piano. Mi dico: " tazzine carine e coperte pelusciose prendo più tardi". Faccio giro di negozi di usato, ebay annunci, ikea...
In bottega "made in DDR" vedo bellissima lampada d'epoca, discuto prezzo con negoziante e torno a casa nuova con splendido piattino anni 60!

25.2.11

comincio sempre in russo...


Он наклонился, почему-то прищурил один глаз и спросил:
- Который час?
Его аккуратные ноздри, казалось, жили своей отдельной жизнью. Они то увеличивались, то уменьшались как зрачки глаз у кошек.
Кате не хотелось отвечать, было почти семь, а он так интересно рассказывал.
Прошла ещё минута, другая. Время бежало, не останавливаясь ни на миг. В комнату вошла мама, и когда он увидел её, тут же понял, что она вернулась с работы, а значит время давно вышло.




4.2.11

parabola dell'amicizia.


C'era un filo d'erba con una goccia di rugiada. Tutti la conoscevano perché era molto bella quando la goccia di rugiada cambiava colore.
Un giorno nel prato dove cresceva venne un bambino coi pantaloncini blu e la prese per darla da mangiare al suo pappagallino. Ma quando il volatile conobbe il filo d'erba diventarono grandi amici e gli passò la voglia di mangiarlo. Il pappagallo mise l'amica nell'acqua per non farla seccare e lei crebbe in fretta, tanto che ora arrivava al lucchetto della gabbia. La aprì e decisero di scappare insieme e tornare a casa. Presero coraggio e partirono. Volando il pappagallino si accorse che le sue ali, nella gabbia, s'erano indebolite e la strada era ancora lunga. Cominciarono a credere che non ce l'avrebbero fatta.
-Dovresti mangiarmi,-disse il filo d'erba,-così ritroverai le forze e almeno uno di noi arriverà a destinazione.
Dopo aver valutato la situazione, il pappagallo piangendo mangiò il suo unico amico e subito si sentì abbastanza forte da proseguire.
Quando arrivò a casa, i suoi genitori e i suoi amici erano tutti felici di rivederlo. Il pappagallino raccontò loro tutto quello che gli era successo e di come l'amica così bella e brava, lo aveva aiutato a scappare salvandogli la vita.
Uno dei suoi amici disse: “Certo se avessi disteso le ali senza sbatterle, saresti arrivati planando senza alcuna fatica e la tua amica sarebbe ancora viva”, il pappagallo s'intristì tantissimo, ma un altro disse: “Pensaci bene, in fondo questa “piantina” la conoscevi da poco, che importa se è morta. C'è tanta di quell'erba al mondo. E tutti fecero la festa e ballarono e risero tutta la notte.



30.1.11

serenità, felicità, orgazmi

sul giallo sfondo compare un piccolo anonimo buco. si sposta, prende fuoco e scompare.